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IN OGNI PARTE DEL MONDO
 
Reportage tra le Forze Speciali
nei teatri di guerra


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In ogni parte del mondo é il mio primo libro, pensato come un’incursione tra l’anima e i sentimenti dei più coraggiosi soldati italiani, gli uomini delle Forze speciali.

La stesura é durata quasi due anni, e la formula che ho scelto é stata quella del romanzo-reportage, sperando, in questo modo, di essere riuscita nell’intento di scrivere qualcosa che non fosse diretto a un pubblico specializzato, ma potesse incuriosire il lettore generalista e avvicinarlo alla conoscenza di questi uomini.

Le riflessioni corsive del libro sono firmate dal Col. Fabio Mattiassi. Riflessioni appunto, intime e dense di emozioni, che defluiscono dopo ogni capitolo, come gocce di memoria di un ufficiale pilota paracadutista della Folgore, ad oggi ancora impegnato nei teatri operativi

Gli undici capitoli sono le undici strade di questo lungo viaggio, nel quale il mio percorso professionale e quello degli uomini delle Forze speciali si sono incrociati. Undici non a caso, ma a voler richiamare un numero associato ormai tragicamente al terrorismo islamico, fenomeno che questi professionisti sono quotidianamente impegnati a combattere in ogni parte del mondo. Undici capitoli come l’11 settembre, il big bang del terrorismo islamista mondiale.

Il libro nasce da una serie di incontri con questi uomini straordinari e abituati a vivere nell’ombra e nella riservatezza, a operare in condizioni quasi sempre estreme, dedicando la propria vita a un ideale ormai desueto: la Patria.
Vivendoli da vicino mi sono chiesta quanto sia ingeneroso ignorarne l’impegno, il coraggio, la serietà e la lealtà. Ma ancor più mi sono chiesta perché siamo così poco inclini a celebrarne l’eccellenza e la straordinarietà, qualità che ci fanno onore come nazione e che ci vengono universalmente riconosciute anche all’estero. La risposta che mi sono data credo possa essere riassunta così: perché in fondo non li conosciamo affatto.

Tutt’al più se ne conoscono e riconoscono le uniformi, i corpi di appartenenza, i gradi e le funzioni, ma non se ne conosce l’anima. Invece, ancor più delle loro abilità professionali, della loro forza fisica o resistenza psicologica, è proprio la loro anima che incanta.

Ho provato a raccontarli sotto una luce completamente diversa, che è quella delle emozioni, delle paure, dei sacrifici, dei limiti superati e di quelli insuperabili. Ho cercato di portare alla luce gli amori e i sentimenti che provano, ma che sono costretti a dover allineare alle gerarchie del pensiero militare.

Nessuna delle storie, intrecciate nella trama narrativa, è una storia di fantasia. Ciascuno di questi uomini che racconto è un uomo, un soldato, un nome e un grado vero.
Gli incontri con loro non sono state interviste da microfono e taccuino. Nascono invece dai molti giorni trascorsi insieme in luoghi sperduti del mondo, dall’Iraq alla Somalia. Serate passate nelle basi militari in cui, dopo una giornata di lavoro intensa, ci si ritrovava a parlare insieme, sotto le stelle, con un bicchiere di Coca Cola o di birra in mano. Oppure sono stati incontri conviviali
intorno ai tavoli di bar o ristoranti di Roma e Livorno, dove abbiamo ripercorso insieme tratti della loro vita.

Si sono raccontati a me senza filtri, mi hanno detto, come non hanno mai fatto con nessuno, neppure con i propri familiari o amici.
Si sono raccontati al proprio Paese, a chi li descrive spesso con un velo di disprezzo politicizzato, a chi legge in un’uniforme militare una connotazione politica, magari di estrema destra, a chi li accusa di essere promotori di guerre. Dimenticando che i soldati in guerra ce li manda la politica, anche quella più pacifista, che manifesta nelle piazze con le bandiere arcobaleno.
Si sono raccontati a chi irride l’obbedienza, l’onore, il rispetto gerarchico, svuotandoli dei valori sociali che rappresentano, e a chi davanti a una mimetica sbadiglia o gira la testa altrove, perché non vede dietro quella divisa color cachi il cuore rosso che batte sottopelle.

Anche i cuori delle due donne di questo libro, Clara ed Ester, sono cuori veri, che hanno pulsato, sofferto e amato profondamente uomini speciali. Anche loro sono venute a cercarmi nel mondo reale per essere raccontate in questo libro.
Clara solo dopo la sua morte ha permesso che fosse rivelata l’intensità di un amore vissuto mezzo secolo prima con il suo Top Gun.
Ester nella vita reale non è una barista di Livorno, ma poco cambia, perché dopo aver perso il suo incursore non ha più ritrovato una vita reale in cui riconoscersi.

Un'altra donna, straordinaria, una leggenda del giornalismo italiano, appare in questo libro attraverso le sue lettere inedite inviate ad uno degli incursori del Nono, conosciuto durante il suo reportage dal Libano: Oriana Fallaci. Lettere private scritte a un soldato che é diventato un amico, ma che mantengono intatta la  prosa narrativa e letteraria della più famosa scrittrice e giornalista italiana al mondo. 

Un’ultima annotazione sul perché, fra le quattro Forze speciali di Esercito, Marina militare, Aeronautica militare e Arma dei carabinieri, ho scelto di conoscere più da vicino proprio il IX Reggimento d’assalto paracadutisti “Col Moschin”, il reparto dell’Esercito.
Non solo perché nella narrativa militare sono i più audaci, i più poliedrici e i più ambiti. Ma perché, essendo tutto questo e molto altro ancora, sono anche i più controversi e affascinanti da conoscere e raccontare.
 
Perché sono un branco irrequieto di lupi affamati e folli. Affamati di sogni e folli di ideali.


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    ©2011 Claudia Svampa Sito Ufficiale

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